Investimenti nella Ricerca in Italia: a che punto siamo?

È passato un anno da quando l’ex premier Mario Draghi, parlando del Recovery Plan, ha sottolineato la necessità di investire nella Ricerca e nello Sviluppo per adeguare il Paese alle sfide dei tempi correnti. 

In realtà, gli investimenti in Ricerca e Sviluppo in Italia sono lontani dall’essere soddisfacenti. Secondo gli ultimi dati Istat, risalenti al 2018, la spesa nel settore della Ricerca è stata di 25,2 miliardi (fonte: Istat), corrispondente a circa 1,4% del PIL

Per fare un paragone, in Francia la spesa per la ricerca si aggira intorno al 2,2% del PIL, in Germania al 3% e nel Regno Unito all’1,7%.  

Investire di meno significa avere meno risorse, un numero inferiore di professionisti impiegati nella ricerca con conseguente fuga dei cervelli dal nostro Paese, e, in definitiva, risultati inferiori agli altri paesi europei, dai quali finiamo quindi per dipendere per diversi aspetti. 

Il gruppo Defence Tech crede fortemente nella Ricerca, e gli investimenti interni e l’attivazione di collaborazione con importanti Università Italiane sono continui. 

Questi solo alcuni dei temi che stiamo sviluppando: CyberSpace, Quantum Computing, reticoli di Bragg applicati a sensori in fibra ottica per misure e monitoraggio di infrastrutture critiche.  

La sovranità tecnologica è un obiettivo e può essere raggiunto solo attraverso opportuni ecosistemi pubblici-privati che lo favoriscano. 

Fonte: https://www.valigiablu.it/ricerca-italia-investimenti/